In psicologia clinica, l’ipocondria è caratterizzata dall’interpretazione erronea di segni e sintomi fisici come segnale di una grave patologia, senza che un’accurata valutazione medica abbia identificato motivi sufficienti per giustificare questi timori. Chi soffre di ipocondria non ha convinzioni così esagerate da sfociare nel vero e proprio delirio, riconosce spesso che i propri timori sono esagerati e che potrebbe non avere alcuna malattia.
La prima caratteristica psicologica dell’ipocondriaco è la caccia alla malattia. L’attenzione dell’ipocondriaco è completamente focalizzata a scannerizzare le proprie sensazioni corporee o segni fisici e a produrre dubbi sulla loro origine con il risultato di trovarne. La preoccupazione riguardo la propria salute è costante, tendenzialmente catastrofica e difficile da regolare. La persona fatica a pensare ad altro o a non dare importanza ai propri dubbi di malattia.
La seconda caratteristica psicologica è la ricerca di rassicurazioni. La persona può consumare tempo in esami medici, verifiche e richieste di opinioni ad altre persone, ricerche su internet dei significati dei sintomi. Questa ricerca di rassicurazioni produce solo sollievo limitato nel tempo, fino al prossimo dubbio, ancora più grave che può emergere naturalmente nella mente della persona.
La psicoterapia cognitivo comportamentale ha portato ottimi risultati nel trattamento dell’ipocondria e dell’ansia per la salute. Gli obiettivi della psicoterapia cognitivo comportamentale sono (1) aumentare la tolleranza degli stati di incertezza e del dubbio, (2) ridurre la propensione alla preoccupazione e alla focalizzazione attentiva sul corpo, (3) ridurre gradualmente i livelli di controllo.
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